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Perché Interkosmos...

Se paragoniamo le grandi realizzazioni architettoniche di un passato neanche tanto lontano (basti pensare al barocco delle nostre città...), alle realizzazioni attuali, riferendoci a strutture quali ad esempio monumenti o luoghi religiosi, ci accorgeremmo subito che la "distanza artistica" è maggiore del tempo trascorso... Nulla ci potrebbe convincere di trovarci, oggi, in una condizione di affinamento di stile...
La stessa "involuzione" di stile, registrata nel campo dell'architettura, è intervenuta, pari pari, nel campo della ricerca scientifica applicata all'osservazione del cielo (astronomia) e, nondimeno, nel settore, anche più recente, della rilevazione dei pianeti tramite i satelliti artificiali (rilevazione satellitare).

Se fino al XIX secolo era d'obbligo, osservando il cielo, "rispettare" i canoni scientifici, oggi è possibile applicare delle formule matematiche, "non tenendo conto" che i corpi celesti siano corrispettivi della Terra che abitiamo. Tanto è vero che un qualunque "astronomo" o "astrofilo" può trovarsi nelle condizioni di ignorare totalmente tutte le scienze umane necessarie per l'osservazione e lo studio della Terra, sebbene, in tali condizioni disastrose, egli si cimenti (ma senza successo...) nell'osservazione dei corpi celesti oltre la Terra.
Se fino al XIX secolo era, ad esempio, normale riferirsi ai pianeti utilizzando un linguaggio "domestico" (era lecito parlare di possibili "abitanti" e "costruzioni"...), oggi è d'obbligo "escluderlo", senza che tutto ciò discenda da alcun elemento probante.

[La sonda Mariner 9] Questo mutamento di rotta è intervenuto nel giro di meno di mezzo secolo (grosso modo dal 1890 al 1950) e, conseguentemente, tale parametro è stato, in seguito, applicato al settore della rilevazione satellitare, dove il cambio di rotta ha dovuto attendere anche un tempo minore, per imboccare la strada già tracciata dall'astronomia.
Se le prime osservazioni satellitari notevoli furono effettuate nel 1972 (con la sonda "Mariner 9" che realizzò una meravigliosa rilevazione della superficie di Marte), quel primo indirizzo positivo, di cui bisogna in ogni caso dar atto, era stato del tutto abbandonato già a metà degli anni '80 del secolo scorso. In pratica, poco dopo la conclusione del "decennio d'oro" dell'esplorazione marziana (1972-1982).

I "tempi d'invecchiamento" sono dunque esponenzialmente diminuiti e ciò è possibile verificarlo anche con l'abbandono dell'uso dell'editoria cartacea e il favore accordato all'uso indiscriminato e criminogeno di dati informatici.

[La sonda Viking 1] Le due missioni "Mariner" del 1971 e "Viking" del 1975, composte ciascuna di due sonde gemelle (la "Mariner 8" non giunse mai su Marte, mentre vi arrivò con successo la "Mariner 9" e parimenti giunsero a destinazione le "Viking 1" e "Viking 2", corredate da due moduli di discesa, giunti anche questi con successo, sulla superficie del Pianeta Rosso...), furono illustrate da una serie innumerevole di opere, guide e mappe, tutte estremamente dettagliate.

Se oggi si immaginasse di ottenere informazioni di pari livello, con riferimento alle missioni recenti o attuali, ci si accorgerebbe che nel 2000 furono stampate solo due (dicasi 2...) mappe con riferimento alla missione "Mars Global Surveyor", e da allora, nulla più è stato stampato, mentre ne erano state edite dall'USGS, sin dal 1975, decine per la "Mariner 9" e circa 800 per le "Viking 1" e "Viking 2". Per non parlare dei meravigliosi testi a supporto della "Mariner 9", dove vi sono elencate tutte le riprese con tutti i dati tecnici necessari: disegni, schemi, foto e quant'altro.
Oggi, è tutto finito. Oggi, i nostri docenti e ricercatori "non sanno nulla" né della missione "Mariner 9", né tanto meno delle "Viking 1" e "Viking 2".

Qual è il significato immediato di una tale situazione?
Nell'ambito dell'esplorazione spaziale, non avere cognizione scientifica della missione "Mariner 9", corrisponde a non conoscere Dante Alighieri nell'ambito della letteratura italiana.
In atto esiste una formidabile tecnologia che ci consente di "fotografare" Marte con immagini ad alta ed altissima risoluzione. Chiediamoci almeno, se avendo rilevato in maniera fedele l'aspetto esteriore di Marte, questo sia stato riprodotto, altrettanto fedelmente, in ambito cartografico.
Nella realtà, la faccenda è molto complicata, perché la cartografia ha in più occasioni "tradito" (sarebbe giusto dire: "assassinato") quanto in precedenza realizzato dalle stupende rilevazioni satellitari.

Perché è successo tutto questo?
Chi ne è stato il colpevole e in qual modo tale delitto è stato consumato?
Bene: questo sito è nato proprio per tentare di capire.

L'ignoranza dei principi di logica nei testi didattici, nonché la sconoscenza dei termini elementari dell'analisi fotogrammetrica (ovvero "come prendere le misure in una fotografia"), sono tutti tratti distintivi dell'atteggiamento generale e generalizzato di tutti i soggetti abusivamente posti e preposti allo studio del pianeta Marte; non avendo, questi, cognizione del soggetto da analizzare.
La nostra posizione, tuttavia, non procede contro la scienza ma contro la sua assenza e contro un uso illegittimo di fondi pubblici mirati non al raggiungimento della verità, bensì al mantenimento di privilegi di potere in nome di una inesistente ricerca scientifica.
Speriamo di aver centrato l'obiettivo che ci siamo proposti e fidiamo nella comprensione e nella collaborazione di tutti i soggetti onestamente interessati all'argomento.

Gianni Viola

									


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