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FOTO E DIORAMA

di Gianni Viola
 
 

[Fotografia "pancromatica" della missione "Viking", del 1976 con 47,1 metri di risoluzione - 27K .jpg] ["Pitto-fotografia" della prima fotografia, relativa alla missione "Mars Express" - 23K .jpg] [Fotografia "pancromatica" della missione "Viking", del 1976 con 343 metri di risoluzione - 30K .jpg] ["Pitto-fotografia" della terza fotografia, relativa alla missione "Mars Express" - 32K .jpg]
 

Le immagini oggetto di analisi fotogrammetrica (1) devono presentare determinati elementi tecnici, senza i quali non sarebbe possibile effettuare le analisi medesime.
Le immagini idonee sono quelle che presentano elementi d'autenticità, ossia sono immagini vere, perché derivano da un autentico processo fotografico e non, come si accennava più sopra, da una qualunque elaborazione "artistica".
Le rilevazioni proposte dalle missioni iniziali, in direzione di Marte, condotte dal 1971 al 1982, pure con le dovute eccezioni (peraltro facilmente rilevabili), sono immagini tecnicamente valide e topograficamente autentiche.
La prima impressione che si riceve, invece, guardando le immagini delle altre missioni spaziali, condotte dal 1997 ad oggi, dunque della "Mars Global Surveyor" e della "Mars Odyssey", nella stragrande maggioranza dei casi, peraltro paragonandole a quelle precedenti, è che si tratti di realizzazioni da videogioco dove i termini areofotogrammetrici, che ci sono da sempre familiari con riferimento alla Terra, sono stati totalmente stravolti.
Tale questione riguarda anche (e soprattutto!) la missione "Mars Express" e in particolare alcune immagini che negli ultimi tempi hanno ricevuto una particolare attenzione, da parte di molti studiosi "distratti".
L'inconsistenza scientifica di questa missione, la si può facilmente dimostrare anche solo prendendo in considerazione il risultato tecnico della rilevazione del più che famoso "Volto di Cydonia Mensae" (alias "Face on Mars") (2), tuttavia la questione delle immagini della "Mars Express" non riguarda soltanto tale struttura, ma anche delle altre. Ad esempio relative alla regione marziana di Iani Chaos.
Cydonia Mensae e Iani Chaos sono due casi emblematici, poiché la sonda "Viking 1" restituì una serie di fotogrammi con un rapporto favorevole fra la "distanza di ripresa" e il livello "risoluzione geometrica".
Si tratta quindi, in entrambi i casi, di immagini fotogrammetricamente utili ai fini di un loro studio tecnico. Tali riprese, effettuate in prima battuta dalla "Viking 1", lo furono in seguito dalla "Mars Express".

composizione In una composizione, abbiamo posto, sopra due fotografie "pancromatiche" della missione Viking, la prima del 1976 con 47,1 metri di risoluzione, la terza con 343 metri; sotto due "pitto-fotografie)" in falso colore, topograficamente corrispettive delle prime, relative alla missione "Mars Express", entrambe con 12 metri di risoluzione, ovviamente solo nominali.
Come si può osservare, le immagini della prima colonna sono "vere fotografie", le immagini della seconda colonna, sono "dei falsi".
In dettaglio, nelle immagini delle Viking è possibile osservare una serie di strutture piramidali della regione di Cydonia Mensae, del tutto identiche rispetto a quelle riprese, nelle medesime condizioni tecniche, sulla Terra (ad es. le piramidi di Giza); nella tavola 3 è possibile osservare una struttura a reticolo posta su diversi piani, con rilievi netti e spesso rettilinei, il tutto sormontato da un "volto umano", peraltro ripreso in quattro fotogrammi; nelle immagini 2 e 4 abbiamo rispettivamente, le piramidi e il volto umano annesso, completamente "distrutte".
Poiché tali immagini sono state sempre riconfermate in vari fotogrammi ripresi in condizioni di luce differente e con livelli di risoluzione aumentati, ciò dimostra che le immagini della "Mars Express", per i motivi sopra accennati e le motivazioni ora ribadite, sono il prodotto di banali manipolazioni e "non corrispondono a scene realmente riprese (quindi realmente esistenti) dalla telecamera della missione spaziale". Di conseguenza tali elementi non possono essere classificati come "fotografie".
Secondo termini tecnici, le immagini originali della "Mars Express" (così come del resto delle immagini di tutte le altre missioni di esplorazione), sono "raw frame" (3), mentre le immagini presentate sono "virtual frame".
Le prime sono immagini vere (meglio se in bianco e nero), le seconde sono immagini completamente costruite al computer, cioè radicalmente false. Per usare un termine "loro", sono "surface features" (strutture superficiali) che, nella realtà, non esistono.
Esaminando le spiegazioni annesse alle varie immagini, veniamo a sapere che le foto della "Mars Express" sono state sottoposte a vari processi di elaborazione digitale: sono cioè "images processed", dunque immagini trattate tramite la "resolution decreased", ovvero la diminuzione della risoluzione e in tal guisa il risultato è una "digital terrain model derived from the stereo channels", dunque un modello di terreno digitale dedotto dal canale stereo!
A questo punto se tali immagini, a quanto pare, sono state in seguito ulteriormente trattate con "iperprocessi addizionali", ciò indica semplicemente un maldestro tentativo di analizzare al computer delle immagini false.
Tutto questo non può non produrre un'altra immagine falsa e non può in alcun modo servire a nessuno scopo meramente scientifico. (4)
Sebbene tali immagini siano perciò dei "diorama", ovvero false fotografie che ritraggono falsi paesaggi, tuttavia proprio in forza della maniacale frequentazione "americana", questi elementi sono presentati come "spectacular stereoscopic color picture", ovvero immagini spettacolari stereoscopiche a colori.
Un altro particolare è che la natura "falsa" di queste immagini è data anche dalla circostanza che si tratta di "ricostruzioni virtuali prospettiche", laddove noi sappiamo invece che le fotografie riprese dalla "Mars Express" sono a perpendicolo!
Va rilevato inoltre che la "Mars Express" presenta un rapporto sfavorevole fra la distanza di ripresa e le risoluzioni geometriche ottenute; In pratica, poste le medesime condizioni tecniche di rilevazione, essa ottiene risultati di gran lunga inferiori a quelli ottenuti da altre missioni precedenti, ad esempio dalle due sonde "Viking" e, nondimeno, dalla telecamera B della missione "Mariner 9" del 1972. (5)
In ultimo, va ricordato che le immagini "Mariner 9" e "Viking" sono "contestuali", cioè possono essere ritrovate nelle relative mappe topografiche, mentre le immagini della "Mars Express" sono "decontestualizzate", cioè non fanno parte di alcun fotomosaico funzionale.
Così stando le cose è arduo (anzi, paradossale) immaginare di poter effettuare delle scoperte utilizzando immagini di questo tipo. Ciò equivarrebbe, né più né più meno, che "contare" i colombi di Piazza San Marco, come nella scena finale di un famoso film con Totò. Ma tant'è, a ciascuno il suo...

Note:
1. La fotogrammetria è una disciplina che permettere di effettuare delle misure su una immagine fotografica.
2. Come si sa le immagini di tale struttura, ritratte nel 1976 dalla sonda "Viking 1", in due fotogrammi ad alta risoluzione (47.1 e 43.3), nel 2004 sono stati riconfermati da altri due fotogrammi, frutto di riprese satellitari effettuate dalla sonda "Mars Odyssey", con risoluzioni aumentate (37.8 e 18.9). Ora, come se nulla fosse, prima nel 2006, in seguito nel 2007, l'Agenzia Spaziale Europea, ha distribuito delle immagini della "Face on Mars" (attribuendole alla "Mars Express"), che contraddicono i risultati ottenuti dalla NASA sia nel 1976 sia nel 2004. Chiaro che in quel di Parigi, qualcosa non funzioni come dovrebbe...
3. È questo il formato che oggi adottano quasi tutte le fotocamere in alternativa al formato "Tiff". Con questo formato non viene effettuata nessuna compressione del file e l'immagine viene memorizzata nella scheda in un formato grezzo (detto appunto "raw") che permette di effettuate delle modifiche in fase di post produzione riguardo il bilanciamento del bianco, l'esposizione, le dimensioni dell'immagine ed altro, senza la perdita di nessuna informazione del file originario [...]. Da Silvio Mencarelli. op. cit. p. 194.
4. Nel sito di "Lunexit" troviamo scritto che le immagini presentate dall'ESA con riferimento alla "Mars Express" possono essere considerate pseudo-foto, quasi-foto e mezze-foto e vi si aggiunge che, nel campo artistico, una mezza verità rappresenta una "verità imperfetta", ma nel campo della scienza (ovviamente, della scienza "vera"), essa rappresenta una "intera stupidaggine".
5. Cfr. "Qualità di un'immagine satellitare", pp. 31, 32.


									

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